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Titolo I quindici sciacalli

Autore Massimo Zaninelli

Collana Vulcano

Dettagli pp. 256, Ft. 14,2 x 20

ISBN 9788860431929

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Rassegna stampa

I quindici sciacalli

€ 17,50
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Tra i primi romanzi, ispirati a fatti e personaggi reali, dedicati agli Internati Militari Italiani (IMI) deportati dalla Wehrmacht dopo l’armistizio dell’8 settembre e detenuti nei lager nazisti come schiavi fino al termine della II guerra mondiale.

Descrizione

I quindici sciacalli narra di eventi accaduti, parte in Italia, parte in Germania, tra l’inverno del 1943 e la tarda estate del 1945. Emilio, proletario al primo anno di università, è chiamato alle armi come allievo ufficiale quando ormai le sorti della guerra volgono a sfavore dell’Italia. A seguito dell’arresto di Mussolini e del crollo del fascismo, Emilio e i suoi compagni saranno prima ingannati dai tedeschi con false promesse di ritorno a casa, poi deportati in un lager del Brandeburgo. La terribile esperienza del protagonista si incrocia con quella dei suoi compagni di sventura, tra violenze, crudeltà, umiliazioni e fame, fino alla liberazione a opera dell’Armata Rossa e al ritorno in Italia, tra solidarietà e primi embrioni di dibattito democratico. Nell’ultimo capitolo Emilio, ormai vecchio, fa i conti con il rimpianto di una vita interrotta e poi ripresa con enorme fatica, circondato da disinteresse e incredulità per la prigionia subita. Sarà la nipote Federica, che lo intervista per la tesina di maturità, a far emergere in lui il ricordo di come la “nuova Italia” abbia negato agli Internati Militari Italiani il riconoscimento di due anni di vita perduti e del rifiuto a optare per la Repubblica di Salò. Il testo della ragazza, pur accolto con freddezza dalla commissione esaminatrice, restituirà al nonno il valore civile e politico di quella scelta. E renderà giustizia, almeno sul piano morale, agli ex-IMI chiamati a ricostruire il proprio Paese portando le cicatrici di un oblio tanto assurdo quanto iniquo.

Zaninelli Massimo

Storico di formazione e pubblicista, Massimo Zaninelli ha collaborato con quotidiani, periodici ed emittenti televisive. Ha pubblicato i romanzi Il dono inquietante (Sugarco, 2016) e Aprendo le chiuse (Altromondo, 2021). Ha scritto, inoltre, per riviste scientifiche italiane e internazionali articoli inerenti la ricerca clinica, la storia della scienza e dell’informatica e ha rivestito il ruolo di direttore della comunicazione per alcune grandi aziende. Dal 2011 dirige una società di consulenza per imprese del settore farmaceutico ed è professore a contratto presso le Università di Parma (web communication e social media), LUISS di Roma (comunicazione d’impresa) e Pavia (trasparenza degli studi clinici).

Immagine: Massimo Zaninelli

Il destino degli IMI

Agli occhi del potere nazista, i soldati italiani erano niente più che dei traditori: il trattamento che il Führer decise di riservare loro fu la conseguenza di tale giudizio. Quasi subito, lo status degli IMI mutò da “prigionieri di guerra” a “internati militari italiani”, rendendo inapplicabili per loro le tutele previste dalla Convenzione di Ginevra. Le condizioni di vita e di lavoro forzato a cui vennero sottoposti furono disumane e per i più fortunati, durarono circa venti mesi. Al termine della guerra furono infine liberati, nel caso del protagonista a opera dell’esercito sovietico. Ma fu una liberazione che scaraventò gli ex-IMI nel mezzo di un teatro bellico senza alcun mezzo di sostentamento o programma di rientro in Italia. Per la maggior parte degli ex militari italiani, le peripezie del ritorno si impressero nella memoria con altrettanta forza delle angherie subite durante la prigionia, rendendo se possibile ancora più acuto il senso di abbandono da parte dello Stato.

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Il marlin, da cui la casa editrice prende il nome, è il pescespada che Hemingway amava pescare
al largo di Cuba e che gli ha ispirato lo splendido romanzo “Il vecchio e il mare”

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