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"Lascia fare al destino": droga e famiglie borghesi nel nuovo romanzo di Vittorio Schiraldi

Sarà presentato il 12 dicembre a Roma il libro del noto scrittore e autore televisivo, dedicato ad una delle più complesse e dolenti ferite sociali
Dove: Circolo sportivo "Due Ponti"
Quando: Giovedì 12 dicembre 2019
Orario: 17.45
Libro: Lascia fare al destino
Ospiti: Silvana Mazzocchi, Giulia Fossà
Vai alla scheda del libro

Roma - Sarà presentato il prossimo giovedì 12 dicembre alle ore 17,45 presso il Circolo sportivo “Due Ponti”, in via Due Ponti a Roma, l’avvincente romanzo di Vittorio Schiraldi Lascia fare al destino”, appena pubblicato dalla Marlin, la casa editrice di Tommaso e Sante Avagliano.

Accanto all’autore ci sarà Silvana Mazzocchi, giornalista di “La Repubblica” e, per le letture, l’attrice Giulia Fossà.

Cosa succede in una famiglia borghese, benestante, la classica famiglia “per bene”, quando, al suo interno, si allunga l’ombra oscura della droga? Le dinamiche cambiano, gli assetti si disequilibrano, il centro dell’attenzione, della cura, del dubbio, della vita stessa, diventa quel ragazzo o quella ragazza, che, pur non avendo bisogno di niente, pur avendo il privilegio di poter scegliere qualunque strada seguire, sceglie, non di meno, la strada stregata e amara degli stupefacenti. E, nel tentativo di salvare, guarire, una poco più che adolescente, dal veleno annichilente delle droghe pesanti, tutta la famiglia, in un modo o nell’altro, diviene “drogata”, nel senso di non più libera di agire secondo i parametri di una normale serenità, non più capace di godere di gioie semplici, non più in grado di capire cosa e come fare per uscire, tutt’insieme, da quell’incubo. Questa è la vertigine narrata nel dolente e mai disperato romanzo “Lascia fare al destino”, nel quale Vittorio Schiraldi, con penna ferma, lucida e tagliente, scandaglia le realtà inaspettate che sono alle spalle di tantissime vicende umane che poi si affacciano agli onori della cronaca nei momenti drammatici in cui sconfinano nell’illegalità, la violenza, la morte. Carceri, comunità, ospedali, piazze di spaccio, tante sfaccettature che incrociano i destini di Ilaria e Simone, i due giovani protagonisti del libro.
“Avevo deciso di scrivere un romanzo per raccontare il percorso di uno dei tanti giovani che finiscono per drogarsi e di cui spesso non sappiamo quasi niente, se non quando improvvisamente la loro storia affiora e si conclude con poche righe in cronaca, quando vengono trovati con l’ago di una siringa piantato in vena -racconta l’autore Vittorio Schiraldi -. Al tempo stesso volevo raccontare, in una sorta di diario, con quale sofferenza tale dramma viene vissuto all’interno di una famiglia alterandone i ritmi, la serenità, gli interessi e gli scopi di vita. Per documentarmi iniziai quindi una serie di ricerche e colloqui, frequentando centri di recupero per tossicodipendenti, esperti, genitori e giovani quotidianamente in fila davanti a un Sert di Roma per procurarsi una dose di metadone. Fu lì che incontrai Simone”.
Un romanzo di grande attualità, uno sguardo carico d’umanità su una realtà sociale complessa e sanguinante, che passa per incomprensioni, incomunicabilità, senso d’impotenza che coinvolgono il mondo incerto degli adulti e quello di molti giovani, sempre più fragili.

Vittorio Schiraldi vive e lavora a Roma. Ha pubblicato: Baciamo le mani (Mondadori 1973), un best seller che gli dette notorietà fin dall’esordio, Sii bella, sii triste (Mondadori 1974),  Famiglie (Rizzoli 1981), Siciliani si nasce (Rusconi 1984), La mafia dagli occhi blu (Rusconi 1985), Week end a Waterloo (Mondadori 1989), Frammenti di stelle (Pironti 1992), Una vita in prestito (Rusconi 1995), Cattivi consigli (Rai-Eri 1998). Delitti a bordo campo (Marlin, 2005); Made in Sicily (Marlin, 2007) Per soldi o per amore (DeAgostini 2014); Ospite indesiderato (DeAgostini 2015); La razza superiore (DeAgostini 2017); In ebook: Guardami e La traversata di New York.
Ha scritto per il teatro: Aspettando il diluvio, finalista al Premio Pirandello 1970, Ipotesi per un amore quasi perfetto, Siciliani, e Un uomo inutile, Premio Flaiano 1996.
Ha lavorato anche per il cinema come soggettista, sceneggiatore e regista, e per la TV come autore. Per anni ha condotto dai microfoni di Radio Uno Rai una serie di trasmissioni come opinionista e attento osservatore delle trasformazioni della realtà e del costume diventando una delle voci più familiari per i radioascoltatori. Sempre per RadioUno attualmente conduce la domenica dopo la mezzanotte il programma “Ciò che resta del giorno”.
Oltre ad una serie di documentari, ha diretto due film: Baciamo le mani, tratto dal suo primo romanzo, con Arthur Kennedy, Agostina Belli e John Saxon (girato con presa diretta in inglese), e Lettere dal fronte (premiato al Festival di Volgograd e vincitore altresì del 1° Premio (Laceno D' Oro) al Festival del Cinema Neorealista del 1975.

Il marlin, da cui la casa editrice prende il nome, è il pescespada che Hemingway amava pescare
al largo di Cuba e che gli ha ispirato lo splendido romanzo “Il vecchio e il mare”

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