Anatole France
Anatole France, pseudonimo di François-Anatole Thibault (1844-1924), era figlio di un libraio parigino specializzato in testi sulla Rivoluzione francese. Appassionato di letteratura, esordì come poeta ma raggiunse la notorietà con il romanzo Il delitto di Sylvestre Bonnard (1881). Lo scetticismo, dominante nel primo periodo della sua vita, produce opere ben note come Taide, La rosticceria della regina Piedoca e Le opinioni di di Jérôme Coignard. Successivamente, France dà alle stampe Il giglio rosso (1894) e Il giardino di Epicuro (1895). Eletto membro dell’Académie Française, matura un nuovo orientamento politico: si avvicina al socialismo, si dichiara innocentista nel clamoroso “caso Dreyfus”, si interessa alla questione armena e parla in favore dei popoli oppressi prendendo posizione contro l’alleanza della Francia con la Russia zarista. La sua intensa attività di scrittore, coronata da grandi successi di critica e di pubblico – oltre ai quattro romanzi che compongono la sua Storia contemporanea, ricordiamo L’isola dei pinguini, Vita di Giovanna d’Arco e Gli dei hanno sete – gli valse, nel 1921, il Premio Nobel per la letteratura.