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Titolo Ti saluto, vado in Abissinia
Autore Stefano Prosperi
Collana Filo spinato
Dettagli pp. 348, Ft. 12,2 x 20
ISBN 9788860431004
Ti saluto, vado in Abissinia Giovani nella guerra d'Etiopia 1935-36
Introduzione di Marco Palmieri
L’avventura di un giovane volontario nella guerra d’Etiopia (1935-36), dalle illusioni iniziali, nel clima colmo di entusiasmi e di retorica, fino alle tragiche scoperte dell’invasione.
Descrizione
Raccontate dal figlio, il libro descrive le esperienze di un giovane volontario nella guerra d’Etiopia del 1935-36, tra eccitazione, dubbi e timori davanti ad un futuro nuovo in un paese sconosciuto. Quella di Mario Prosperi fu una generazione che maturò bruscamente, passando dall’illusione di un’avventura entusiasmante alla brutalità delle azioni militari, in cui rifulse il valore dell’amicizia. Si va dall’esotismo del porto di Massaua – sulle tracce delle precedenti avventure coloniali – all’impatto del combattimento sotto l’Amba Aradam; dalla conquista di Addis Abeba alle rappresaglie contro gli etiopi nel tentativo di controllare il territorio. L’avventura di Mario sbiadisce, infine, nei compiti di guarnigione in un fortino sperduto, che il protagonista lascerà dopo essere stato ferito. Nel corso della sua esperienza africana il giovane approderà a convinzioni più nettamente antifasciste, mettendo in rilievo, con coraggio e determinazione, gli aspetti negativi di quella che si rivelò un’ambiziosa e disastrosa impresa del Regime.
Prosperi Stefano
Stefano Prosperi, nato a Roma nel 1946, laureato in Scienze Biologiche, è stato tra i fondatori del Circolo Culturale Montesacro di Roma. Ha diretto dal novembre 1987 al giugno 1995 la rivista di dibattito politico culturale “Il Passaggio”. È coautore del libro I ribelli dell’Oltre Aniene e attualmente si occupa di temi legati alla memoria e all’attualità politico economica.

L'assaggio
Le classi dall’undici al tredici erano state richiamate e, subito dopo i contingenti che la ferma l’avevano già fatta nel 1931, sarebbe toccato a lui di partire. Questo pensiero l’assillava da giorni: fra poco sarebbe stato proiettato in un’avventura nuova, desiderata forse, ma comunque più grande di lui. Ne aveva paura, anche se il desiderio di fuggire dall’angusto orizzonte dell’Italietta lo stimolava; era venuto il momento per lui di cominciare un percorso nuovo, sentiva di desiderarlo, confusamente
di pretenderlo.