Collane > Filo spinato
Vai alle collane
Titolo Una gavetta piena di fame
Autore Luigi Salvatori
Collana Filo spinato
Dettagli 336 pp, 12,2 x 20
ISBN 978-88-6043-074-8
Una gavetta piena di fame Due anni di lager e di sofferenze raccontati alla piccola Pucci
Introduzione di Mario Avagliano e Marco Palmieri
Rivolgendosi alla figlia Pucci (Liliana), di appena 5 anni, Luigi Salvatori racconta con limpido stile narrativo le sue esperienze di guerra sul fronte greco - dove assistette a vergognose forme di ruberia da parte di gerarchi e ufficiali italiani - e gli anni di prigionia nei lager nazisti, tra malattie, sporcizia e fame nera.
Descrizione
Il diario di Luigi Salvatori, scritto durante l’internamento nel Terzo Reich, è una testimonianza nitida e toccante dell’esperienza vissuta dai circa 650.000 italiani rinchiusi nei lager nazisti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 con la qualifica di Internati Militari Italiani (IMl), per aver rifiutato di continuare la guerra al fianco dei tedeschi e di aderire alla Repubblica di Salò. Ritrovato dalla figlia e dal nipote dopo la morte di Salvatori, il diario inizia il 4 dicembre 1944 nel campo di Sandbostel, nella Bassa Sassonia, sotto forma di una Lettera alla figlia Pucci (Liliana), di appena cinque anni. Sono pagine di grande vivezza, in cui l’autore con limpido stile narrativo racconta la guerra e la prigionia, e prosegue con annotazioni pressoché quotidiane dal 23 febbraio fino al 14 settembre 1945, giorno dell’arrivo a Roma. La sua è una cronaca straordinaria dall’interno dei lager sulle condizioni degli IMl e il trattamento subito dai tedeschi, oltre che sulle ragioni della loro scelta. Di eccezionale valore storico la testimonianza sul periodo dell’occupazione italiana in Grecia, caratterizzata da ruberie, facili costumi e violenze efferate da parte dei soldati italiani nei confronti dei ribelli e della popolazione.
Luigi Salvatori
Luigi Salvatori (L’Aquila 1911 - Rieti 1989), arruolatosi nell’esercito a diciotto anni, frequentò l’Accademia di Artiglieria e Genio di Torino. Allo scoppio della seconda guerra mondiale prese parte alle operazioni belliche contro la Francia. L’anno seguente combatté sul fronte greco e successivamente sul fronte jugoslavo. Dopo la resa della Grecia fu destinato a Larissa, in Tessaglia, dove il 1° ottobre 1941 gli giunse la promozione a capitano. Qui l’11 settembre 1943 venne catturato dai tedeschi e internato in diversi lager: Leopoli (Polonia), Deblin Irena (Polonia), SandbosteL (Germania), Wietzendorf (Germania), Muhlberg Elbe (Germania). Liberato dall’Armata Rossa il 23 marzo 1945, rientrò in patria e, ripreso servizio nell’esercito, si trasferì A Rieti, chiudendo la carriera col grado di generale di divisione. Tra le varie decorazioni ottenne due croci al merito di guerra per le operazioni belliche a cui aveva partecipato tra il 1940 e il 1943 ed una per l’internamento subito nel Terzo Reich. Il 27 gennaio 2010 gli è stata assegnata “post mortem” la medaglia d’onore riservata agli ex deportati nei lager nazisti. Tranne che in un’occasione, Luigi Salvatori non volte mai parlare dette sue esperienze di prigioniero. Oltre al diario che qui pubblichiamo, dedicato alla figlia Liliana (Pucci), resta inedito un secondo memoriale indirizzato alla moglie Gianna.
