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Titolo La zia Geltrude e il branzino

Autore Giovanni Zanzani

Collana Il portico

Dettagli pp. 128, Ft. 12,2 x 20

ISBN 9788860430502

La zia Geltrude e il branzino

€ 12,00
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L'amore sacrilego tra un prete e la sua giovane assistente, e la verità di un delitto maturato negli anni torbidi del dopoguerra che infine viene a galla come il grosso branzino preso all'amo.

Descrizione

Cosa vuol comunicare, apparendo in sogno, la zia Geltrude morta da tanti anni? Per il nipote che l’ha sognata l’interrogativo si trasforma in un’indagine che lo porta a scoprire su di lei trascorsi sconvolgenti. Quella che egli ricorda come la bonaria dispensatrice di lezioni di piano e di vacanze in montagna è in realtà una donna coinvolta in vicende oscure, che risalgono alla seconda guerra mondiale e, quel che è peggio, ha al suo attivo amori passionali e turbolenti. Nella trama che si sviluppa tra un’isola della Dalmazia e una valle altoatesina, compare un sacerdote centenario, che aveva avuto una relazione amorosa con la donna quando era sua assistente nella parrocchia del paese. Altri personaggi del romanzo sono un sagace commissario di polizia, una cameriera di origine tedesca, un ex ufficiale nazista sul quale pendono sospetti di efferatezze, una vecchia principessa decaduta. Dalla relazione con il prete Geltrude aveva avuto un figlio, che aveva dato in adozione ad una coppia di tedeschi, ma se n’era pentita subito dopo, mettendosi alla sua ricerca prima in Italia e poi in Germania. E non finiscono qui i colpi di scena. La zia era morta di veleno, ma si era veramente suicidata o qualcuno glielo aveva somministrato? La vicenda si snoda intorno a questi e ad altri misteri per oltre mezzo secolo, dall’occupazione fascista delle terre dalmate ai nostri giorni. Al termine dell’inchiesta la verità viene a galla, proprio come accade nel porticciolo dell’isola al grosso branzino, preso finalmente all’amo e condotto a riva. Ma lui, il branzino, dimostrerà a tutti che a volte gli schemi ingannano, che il bene e il male non stanno sempre dove ci si aspetta di trovarli, in definitiva che la verità è molto spesso imprevedibile.

COME PIERO CHIARA E ANDREA VITALI
Condotta con stile elegante e senza sbavature, la storia narrata da Giovanni Zanzani ricorda per certi versi i romanzi di Piero Chiara e Andrea Vitali. Zanzani possiede lo stesso piacere del raccontare, una notevole nitidezza di scrittura e la grande capacità di tessere i fili della storia, che colpiscono subito l’attenzione del lettore. A 59 anni si può dire che esordisce solo ora, con questo romanzo, in campo nazionale, ma ha già altre opere significative nel cassetto e, con un po’ di fortuna, potrebbe diventare un “caso letterario”.

L'ASSAGGIO
<Ho deciso di tornare dal rigattiere con la speranza che sappia qualcosa sulla provenienza di quella foto. Un’altra corsa in motoscafo ed eccoci nuovamente nel porto di Zara. Quando siamo giunti per la seconda volta presso la bottega dell’antiquario l’abbiamo trovata chiusa. C’è un barettino a poca distanza, Anna e io ci siamo seduti a uno dei tavoli per far scorrere il tempo. Abbiamo parlato del più e del meno, ma intanto la nostra fantasia galoppava. Senza comunicarcelo entrambi speravamo che il vecchio rigattiere fosse in possesso di qualche notizia che ci aiutasse a scavare nella storia della zia. Stavamo bevendo un tè quando Taddeo Bircic è apparso in fondo al vicolo. Lo abbiamo invitato a sedersi con noi e abbiamo scoperto che Taddeo di cose ne sa un mucchio…>>

Zanzani Giovanni

Giovanni Zanzani è nato a Sant’Agata sul Santerno, antico comune in provincia di Ravenna, nel 1949. Vive nel paese natale, dove svolge la professione di odontoiatra. Ha collaborato fin dalla fondazione a "Incubatoio 16", prima rivista letteraria on-line italiana, creata da Roberto Ossani e Carlo Lucarelli. Nel 2006 ha pubblicato il libro di racconti Come fu che il signor Arturo perse una scarpa. È un esperto uomo di mare, elemento che egli ama e al quale ha dedicato diversi racconti.

Immagine: Giovanni Zanzani

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Il marlin, da cui la casa editrice prende il nome, è il pescespada che Hemingway amava pescare
al largo di Cuba e che gli ha ispirato lo splendido romanzo “Il vecchio e il mare”

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