La Spagna vieta la maternità surrogata e in Italia viene chiesto al governo di fare lo stesso. Dibattito anticipato dal libro "Il mio nome è Maria Maddalena"
Anche il gruppo “Se non ora quando” di Genova, insieme ad una rete nazionale di associazioni, gruppi femministi e singole persone, propone una petizione al governo chiedendo di vietare l’uso dell’utero in affitto. Tra le prime firmatarie la scrittrice Roberta Trucco, che ha da poco pubblicato con la Marlin un romanzo sull’argomento.
Il governo spagnolo ha da poco inserito nel suo programma il divieto alla possibilità di affittare gli uteri delle donne per consentire la maternità surrogata. Anche il gruppo “Se non ora quando” di Genova, insieme ad una rete nazionale di associazioni, gruppi femministi e singole persone, propone una petizione al governo italiano chiedendo di fare altrettanto. Il documento, che è stato inviato ai segretari dei partiti governativi, ha, tra le prime firmatarie, la scrittrice Roberta Trucco, autrice del libro che ha anticipato questo interessante e necessario dibattito, “Il mio nome è Maria Maddalena”, romanzo pubblicato di recente dalla Marlin, la casa editrice di Sante e Tommaso Avagliano. Coinvolgente, diretto, pieno di quell’umanità che pare sopita nella società in cui regna il dio denaro, il romanzo della Trucco pone al centro un tema delicato, controverso, politicamente scorretto ma correttissimo dal punto di vista del rispetto della stessa natura umana: parla della forzatura dell’utero in affitto, di maternità surrogata, di quel corpo delle donne, ancora una volta, e senza nessuno scandalo, messo alla mercé del desiderio altrui. In questo caso si tratta di un desiderio di genitorialità che, con la forza dei soldi, non ha riguardo di nulla, nemmeno di andare a comprare, legalmente autorizzato, la parte più intima di una donna, che è quella di mettere tutta la sua fisicità nel diventare madre. Un corpo che si lascia forzare per bisogno, vendere, affittare. E l’interesse economico è talmente forte da fare di questo argomento un tabù del quale è più semplice non parlare, che è meglio sottrarre a qualunque discussione.
La storia è quella di Maria Maddalena, una ragazza giovane e bella che in una Los Angeles priva di scrupoli, accetta di firmare un contratto per fare da madre surrogata ad una coppia di omosessuali, ma quando questi decidono, e il contratto glielo consente, di farle abortire uno dei due gemelli che porta in grembo, la sua natura profonda, il suo istinto più vero si ribella e scappa in Amazzonia, luogo della sua grande passione, per fuggire a quella burocrazia assassina che l’avrebbe vista anche colpevole. La narrazione è veloce, autentica, coraggiosa, spiazzante. Non proclama nessun editto, inducendo spontaneamente ad una riflessione alla quale non si dovrebbe sfuggire. Un libro importante, che affronta molteplici temi scottanti, senza falsi pudori e senza sottrarsi a più variegati punti di vista. Una lettura da non perdere.