Intervista all'architetto Mario Dell'Acqua
Le torri di Guaiferio. Salernum: strutture dello spazio antropico di Mario Dell’Acqua è una novità Marlin editore. Scritto da un architetto, studioso e già docente di Progettazione Architettonica (Università Federico II di Napoli), il libro, corredato di significativi disegni e immagini, indaga in modo approfondito sul fascino antico di Salerno.
Architetto, come si è sviluppato il lavoro per giungere a questo libro?
L’esigenza di costruire una mappa per le analisi tipologiche dei tessuti urbani del centro storico di Salerno nasce nel clima culturale che si era creato in Italia negli anni Settanta.
Che cosa emerge?
Una città che, nonostante le ferite del tempo, mostra, nell’aspetto contraddittorio e suggestivo, spazialità derivate da preesistenze antiche: dalla contenuta maestà delle architetture medioevali ai registri colorati delle ristrutturazioni settecentesche. Si spiega così anche l’ambiguità della copertina di questo libro che propone la sovrapposizione di due momenti fondanti della forma urbana, distinti e distanti nel tempo e nello spazio.
Quali sono gli aspetti principali di Salerno, definiti da lei “contraddittori e suggestivi”, in relazione al suo studio?
Le tracce medioevali che fanno capolino sotto gli intonaci colorati settecenteschi.
Il suo è un viaggio nel tempo e nello spazio. Perché è importante ripercorrere questo passato?
Per superare la suggestione del presente e per analizzare un luogo (la città) carico di forme dai tratti originali e altrettanti deviati: bisogna cogliere il rapporto di tolleranza che genera la qualità dello spazio. Inoltre, la mappa fuori testo è necessaria agli studiosi per un superamento auspicabile dell’analisi proposta dal testo.
Nel libro, il centro storico di Salerno è analizzato in tre momenti. Li può definire nei loro tratti essenziali?
La forma della città per comprendere la logica del costruttore (regolarità e irregolarità).
La città e il sacro per cogliere negli edifici di culto, in linea con la narrazione medioevale, l’azzeramento degli antichi idoli per l’esaltazione della nuova fede.
La metamorfosi della città: oggi il paesaggio e il centro storico sono lo scenario essenziale della nostra città dove il nuovo che ha varcato il confine è l’edilizia degli anni ’30 cresciuta davanti a quella stagionata ed eterna.