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Utero in affitto: le distorsioni della modernità in un romanzo feroce, delicato, disarmante

A Verona e San Donà di Piave (VE) la presentazione del libro "Il mio nome è Maria Maddalena"
Dove: Feltrinelli Libri e Musica di Verona / Casa delle donne
Quando: Venerdì 8 e Sabato 9 novembre 2019
Libro: Il mio nome è Maria Maddalena
Ospiti: Elisa La Paglia, Maria Geneth, Annamaria Bardellotto, Francesca Vio, Loredana Bello
Vai alla scheda del libro

Sarà presentato venerdì 8 novembre a Verona, alle ore 18,00, presso la Feltrinelli Libri e Musica, in via Quattro Spade 2, l’appassionante romanzo di Roberta TruccoIl mio nome è Maria Maddalena”. Il libro, appena pubblicato dalla Marlin, la casa editrice di Tommaso e Sante Avagliano, è già alla sua seconda edizione.

Ad introdurre l’incontro ci sarà Elisa La Paglia dell’Associazione “Se non ora, quando?”; a dialogare con l’autrice interverrà Maria Geneth, presidente dell’Associazione “Il Filo di Arianna”.

Seguirà un’altra presentazione con l’autrice Roberta Trucco, il giorno successivo, sabato 9 novembre, alle ore 17,30, presso la Casa delle Donne a San Donà di Piave (VE), presso la Galleria Vidussi, in corso Silvio Trentin 10/4. Dialogheranno con l’autrice, Annamaria Bardellotto e Francesca Vio del movimento “Se non ora, quando?”. Le letture saranno a cura di Loredana Bello.

Coinvolgente, diretto, pieno di quell’umanità che pare sopita nella società in cui regna il dio denaro, il romanzo della Trucco pone al centro un tema delicato, controverso, politicamente scorretto ma correttissimo dal punto di vista del rispetto della stessa natura umana: parla della forzatura dell’utero in affitto, di maternità surrogata, di quel corpo delle donne, ancora una volta, e senza nessuno scandalo, messo alla mercé del desiderio altrui. In questo caso si tratta di un desiderio di genitorialità che, con la forza dei soldi, non ha riguardo di nulla, nemmeno di andare a comprare, legalmente autorizzato, la parte più intima di una donna, che è quella di mettere tutta la sua fisicità nel diventare madre. Un corpo che si lascia forzare per bisogno, vendere, affittare. E l’interesse economico è talmente forte da fare di questo argomento un tabù del quale è più semplice non parlare, che è meglio sottrarre a qualunque discussione.
La storia è quella di Maria Maddalena, una ragazza giovane e bella che in una Los Angeles priva di scrupoli, accetta di firmare un contratto per fare da madre surrogata ad una coppia di omosessuali, ma quando questi decidono, e il contratto glielo consente, di farle abortire uno dei due gemelli che porta in grembo, la sua natura profonda, il suo istinto più vero si ribella e scappa in Amazzonia, luogo della sua grande passione, per fuggire a quella burocrazia assassina che l’avrebbe vista anche colpevole. In Amazzonia è un ritrovare valori profondi e basali, il contatto viscerale con la natura, col senso stesso di umanità e di maternità, che è fatto di anima e sangue. Lì, emergono più forti che mai, le contraddizioni del nostro tempo in cui, in nome di un progresso senza etica e senza spirito, qualunque acquisizione è consentita, anche quella che viola organi, viscere, corpo degli esseri umani, divenuti merce tra le merci.
La narrazione è veloce, autentica, coraggiosa, spiazzante. Non proclama nessun editto, inducendo spontaneamente ad una riflessione alla quale non si dovrebbe sfuggire.
Un libro importante, che affronta molteplici temi scottanti, senza falsi pudori e senza sottrarsi a più variegati punti di vista. Una lettura da non perdere.

L’AUTRICE – ROBERTA TRUCCO
Roberta Trucco, genovese, ha fondato, nella sua città, il comitato “Se non ora quando” e da allora collabora con Cristina Comencini, Francesca Izzo, Licia Conte, Sara Ventroni, Serena Sapegno e molte altre, nelle battaglie per i diritti delle donne. Insieme a Cristina Guarnieri ha curato il libro di Teresa Forcades Siamo tutti diversi! (Castelvecchi, 2016). Da alcuni anni scrive articoli sul sito www.cheliberta.it e su www.ferraraitalia.it. Inoltre ha pubblicato diversi articoli sul blog “La 27ora” del “Corriere della Sera”.

Il marlin, da cui la casa editrice prende il nome, ĆØ il pescespada che Hemingway amava pescare
al largo di Cuba e che gli ha ispirato lo splendido romanzo “Il vecchio e il mare”

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