Iscriviti per ricevere la newsletter ed essere informato su tutte le novità di Marlin Editore

NEWSLETTER

Il nuovo romanzo dello scrittore campano: "Il fiore di Minerva"

Intervista a Carmine Mari: "Il mio thriller rinascimentale"
Libro: Il fiore di Minerva
Vai alla scheda del libro

Dall’autore di Hotel d’Angleterre, Premio Giallo al Centro 2021, è disponibile nelle librerie e store online Il fiore di Minerva, il nuovo romanzo storico di Carmine Mari, Marlin editore. Ambientato nel XVI secolo, uno dei periodi storici più complessi, affascinanti e densi di intrighi, Il fiore di Minerva è un romanzo storico dalle tinte noir. Un thriller rinascimentale frutto di passione per gli intrecci narrativi e un’’accurata documentazione.

Mari, come nasce Il fiore di Minerva?
Dalla curiosità e dal desiderio di esplorare altri ambiti storici. Il Cinquecento è un secolo di rottura profonda, di crisi. La Cristianità è in frantumi e ogni cosa sembra avviarsi a qualcosa di diverso. Perché non tentare di mettere in scena un personaggio capace di prendere le distanze da sé stesso?

Che tipo di lavoro ha condotto sul piano della ricerca storica?
Il panorama storico generale era importante per costruire le fondamenta, dare solidità alla narrazione e muoversi con una certa confidenza tra temi come la riforma luterana, i rapporti tra le varie potenze d’Europa, la realtà meridionale italiana e i circoli spirituali nati sulla scia riformista luterana. Lo studio della vita quotidiana è servito per l’ambientazione, così come quello dei personaggi storici, quali il principe Ferrante Sanseverino, la sua consorte Isabella e altre figure di grande rilievo come Lutero e Carlo V. Un romanzo è la creazione di un mondo fatto di parole, concepito come la struttura di un edificio, abbellito da elementi coerenti e popolato da personaggi verosimili.

Chi è il protagonista del suo romanzo, Héctor?
Un ex conquistador, feroce e spietato, un avventuriero in cerca di salvezza, dopo anni di sangue e dolore. È stato al seguito di Pizarro e ha partecipato al saccheggio di Cajamarca. Poi un episodio sulle nebbiose montagne di Potosì, in Perù, condizionerà il prosieguo della sua esistenza e il modo di vedere le cose e gli uomini. Un personaggio che si scoprirà fragile di fronte all’amore. Tra le curiosità, non beve vino e mangia pochissimo, ma mastica foglie particolari.

Perché ha scelto la metà del Cinquecento, come scenario rinascimentale, dopo il Novecento di Hotel d’Angleterre?
Una data in particolare, il 1551, rappresenta il canto del cigno di una città: Salerno. Un legame affettivo al luogo dove vivo, un tributo a una città che, da quell’anno in poi, conoscerà decenni di declino e abbandono. E poi la vita avventurosa di Ferrante Sanseverino, principe e mecenate. Un personaggio sopra le righe: vanesio, ambizioso, occulto negli odi e magnanimo. Con lui la città – la scuola medica salernitana, le accademie – ha vissuto gli ultimi anni di grande fermento culturale e prosperità economica.

Che tipo di storia deve aspettarsi il lettore?
Una sorta di noir rinascimentale, tra intrighi di corte, passioni e uomini in lotta con il proprio passato.

Che cos'è per lei il romanzo storico?
Quello della scoperta quotidiana: più conosci la Storia, più ne resti affascinato. Alla luce dei drammatici eventi in Ucraina, non si può fare a meno di essere profondamente turbati. Sembra che il genere umano sia animato da una tendenza all’autodistruzione, in un folle schema che si ripete dalla notte dei tempi: Cro-Magnon contro Neandertaliani.

E come coniuga noir e respiro storico?
Le pulsioni che agitano l’animo umano sembrano essere immutate. Omero le aveva comprese e narrate: avidità, potere, lussuria, gelosia. Il quadro storico muta, cambia il rapporto tra gli uomini e il significato attribuito alle loro azioni, ma alla fine c’è una costante di debolezza che ci accomuna a Ulisse, a Penelope, ad Antinoo. Manca il piano divino ai contemporanei, Cielo e Terra non si toccano più, ma la libertà di scelta è immutata.

 

 

 

 

 

Il marlin, da cui la casa editrice prende il nome, è il pescespada che Hemingway amava pescare
al largo di Cuba e che gli ha ispirato lo splendido romanzo “Il vecchio e il mare”

Utilizziamo i cookies per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito.
Continuando a navigare, accetti l'utilizzo dei cookies.

OK Vedi l'informativa