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Titolo Le bandierine della libertà
Autore Silvio Sartori
Collana Filo spinato
Dettagli pp. 192, Ft. 12,2 x 20
ISBN 9788860431523
Rassegna stampaLe bandierine della libertà Diario e lettere dai Lager 1943-45
A cura di Lucio Sartori
Introduzione di Marco Palmieri
La guerra sul fronte greco-albanese, l'internamento in Germania, la liberazione e il ritorno a casa nel diario, nelle lettere e nell'archivio finora inesplorato di un reduce.
Descrizione
La guerra sul fronte greco-albanese, la prigionia in Germania come Internato militare italiano e il difficile ritorno a casa alla fine del conflitto nell’Italia da ricostruire costituiscono la lunga e travagliata esperienza del giovane Silvio Sartori, appassionato atleta e calciatore di buon livello, ultimo di undici figli, assegnato a un reggimento di fanteria della divisione “Brennero”, che riesce a tenere un diario, a intrat- tenere una fitta corrispondenza con la famiglia e a raccogliere decine di appunti e altri documenti. Un archivio di migliaia di pagine, più unico che raro e di grande valore storiografico, che l’autore conserva meticolosamente nel dopoguerra ma che non era mai stato esplorato fino ad ora. Questo libro ne ricostruisce i percorsi. Dopo il fallimentare tentativo di invadere la Grecia e l’occupazione propiziata dall’inter- vento tedesco, all’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre 1943 Sartori, come centinaia di migliaia di altri militari italiani, viene catturato e deportato in Germania. Segue la stagione dell’internamento, segnata dalla fame, dal freddo, dalla violenza, dal lavoro coatto e dalla paura dei bombardamenti, fino alle fasi finali della guerra e alla sconfitta tedesca, col lento ritorno alla vita dei tanti prigionieri e deportati, fatto anche di partite di calcio che accomunano italiani, francesi, polacchi e russi, e la costruzione di un “Villaggio italico” con i nomi di vie e piazze. Così Silvio e gli IMI attendono il rimpatrio, sullo sfondo di un’Europa ridotta in macerie.
Sartori Silvio
Silvio Sartori nasce a Malo, in provincia di Vicenza, il 19 febbraio 1913, ultimo di undici figli. Dopo le scuole elementari frequenta i corsi di post-avviamento e nel 1928 consegue il diploma di “Arti e Mestieri”. Assunto in Municipio come protocollatore, si dedica con passione all’atletica (negli anni ’30 partecipa a vari campionati nazionali) e al calcio, militando nella squadra locale. Richiamato alle armi, nel novembre del 1940 entra a far parte del 232° Reggimento di fanteria “Avellino”, Divisione “Brennero”, e viene inviato sul fronte greco-albanese. Dopo l’occupazione della Grecia partecipa ai giochi sportivi militari ad Atene. L’armistizio lo sorprende nuovamente in Albania, dove viene fatto prigioniero e condotto in Germania per essere avviato al lavoro coatto come Internato militare italiano. Finita la guerra e tornato in patria, riprende il lavoro al Comune e si impegna in varie associazioni locali, mantenendo anche contatti con i compagni di prigionia. Muore a Schio il 12 settembre del 1994.
