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Titolo Diario di guerra e di prigionia
Autore Pierino Mucci
Collana Filo spinato
Dettagli pp. 124, Ft. 12,2 x 20
ISBN 9788860431172
Diario di guerra e di prigionia 1941-1945
Introduzione di Marco Palmieri
In pagine scabre e coinvolgenti
il libro ci porta a rivivere dall’interno,
quasi giorno per giorno, come in presa diretta,
i pericoli e gli stenti a cui furono esposti
i soldati italiani sul fronte di guerra
e poi la dura vita da prigionieri
nei campi d’internamento tedeschi
quando rifiutarono di arruolarsi
tra le file dell’esercito di Salò
Descrizione
Quando l’Italia fascista decise di entrare nella seconda guerra mondiale al fianco della Germania nazista, Pierino Mucci fu inviato in qualità di autiere scelto sul fronte greco-albanese, dove insieme a tanti commilitoni pagò sulla propria pelle il prezzo dell’azzardo militare voluto da Mussolini. Terminata quella drammatica esperienza, risolta solo dall’intervento tedesco, al momento dell’armistizio (8 settembre 1943) Mucci fu uno dei circa 650.000 internati militari italiani nei lager tedeschi che decisero di dire “no” e rifiutarono di continuare a combattere sotto le insegne nazifasciste. Di queste esperienze – la guerra e l’internamento in Germania – ha lasciato due diari (6 novembre 1940-17 maggio 1941 e 8 settembre 1943-21 giugno 1945). Una doppia testimonianza coeva, preziosa per ricostruire e rileggere in presa diretta cosa fu e cosa rappresentò la guerra per gli italiani che ne furono protagonisti e vittime. Annotazione dopo annotazione, i due diari restituiscono la drammaticità delle sofferenze patite dai militari italiani attraverso un racconto intenso e coinvolgente che si conclude il 17 giugno 1945, quando a guerra finita inizia per i reduci il lento e faticoso ritorno in patria.
Mucci Pierino
Pierino Mucci, nato a Colmurano (Macerata) il 29 giugno 1917 e vissuto ad Urbisaglia, sempre in provincia di Macerata, è deceduto il 27 gennaio 2003, il giorno della memoria. Di professione fu prima agricoltore, poi operaio e infine usciere per molti anni presso il Tribunale di Macerata. Era soprannominato “l’Avvocato” per la sua loquacità e simpatia. In possesso della sola licenza elementare, durante la guerra e la prigionia scrisse due diari drammatici, che ancora oggi ravvivano il ricordo dei difficili frangenti che resero tragica la sua giovinezza e segnarono il resto della sua vita.

Un assaggio
La mia gioventù si sta spegnendo qua in questa terra, in modo orribile e disastroso…
Tutto è ignoto per noi poveri esseri gettati come foglie al vento, nel turbine di una bufera senza precedenti che minaccia di distruggere uomini e cose.
Solo Iddio può salvarci da questo immane flagello.