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Titolo I soldati di Anders
Autore Adam Kurlowicz
Collana Filo spinato
Dettagli pp. 204, Ft. 12,2 x 20
ISBN 9788860431066
I soldati di Anders L'odissea dei militari polacchi dalla prigionia in Siberia alla battaglia di Montecassino
A cura di Aldo Kurlowicz
In una pagina poco conosciuta della nostra storia, le vicende del II Corpo d'Armata polacco, dalla prigionia in Siberia alla battaglia di Montecassino e di giovani valorosi che offrirono la loro vita per liberare l'Italia.
Descrizione
In un testo struggente, ricco di pathos, un giovane polacco di Wilno raccoglie le sue memorie di guerra, dall’arruolamento in Polonia a fine agosto 1939, fino all’arrivo a Bologna nell’aprile del 1945. Fatto prigioniero dall’esercito russo, l’autore descrive il lungo viaggio verso l’inferno siberiano e i quattordici mesi di prigionia. Nella fredda e desolata taiga la fatica (ben dodici ore di lavoro al giorno), il dolore, la paura, assalgono lui e i suoi compagni, come morsi di lupi affamati. L’entrata in guerra dell’URSS contro la Germania di Hitler cambia le sorti dei prigionieri polacchi. Formata una nuova Armata sotto il comando del generale Anders, i soldati attraversano l’Asia centrale, il Medio Oriente e dal porto di Alessandria raggiungono l’Italia. Qui sono protagonisti della sanguinosa battaglia di Montecassino. Successivamente l’Armata prosegue il suo lungo cammino e, sfondata la Linea Gotica, arriva a Bologna, dove la coglie la notizia che le truppe tedesche si sono arrese agli alleati. I soldati di Anders hanno offerto il loro sangue per la libertà del popolo italiano. Tra pagine illuminate da suggestive descrizioni paesaggistiche e delicati ricordi d’amore, il sacrificio di questi uomini lascia profonde tracce nell’anima.
Kurlowicz Adam
Adam Kurlowicz nacque nel 1911 a Wilno (Vilnius), città abitata da polacchi, lituani, bielorussi ed ebrei, che all’epoca faceva parte dell’Impero Russo. Dopo alterne vicende militari, nel 1922 Wilno ridiventò polacca. Alla fine di agosto del 1939 Adam venne richiamato alle armi per la mobilitazione generale. Prigioniero dei Russi in Siberia, dopo la liberazione combatté con gli Inglesi in Italia fino al termine della guerra. Subito dopo sposò l’insegnante Maria De Cristofaro e insieme partirono per Buenos Aires, dove rimasero oltre tre anni. Tornato in Italia, si stabilì con la famiglia ad Amalfi. Alla fine degli anni Settanta, ritiratosi dal lavoro, si dedicò a scrivere le memorie della sua vita, incentrate in particolare sulle esperienze di guerra. È morto ad Amalfi il 1° gennaio 1988.

L'assaggio
Suscitava una profonda pietà quella fine solitaria di una persona lontana dai suoi compagni e dalla famiglia, ma per me adesso era necessario decidere cosa fare, se cercarmi un altro ricovero per la notte o condividere il giaciglio con il morto.
Decisi di restare, perché i poveri morti non hanno mai fatto male a nessuno, al contrario dei vivi, e d’altra parte la morte era sempre intorno a me. Spari di fucile e raffiche di mitragliatrice bucavano a tratti l’orizzonte ucraino incendiato dal tramonto, ultimi sussulti dell’esercito polacco colpito a morte. Mi scavai una buca nel fieno e dormii come un ghiro, svegliandomi con il sole già alto.