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Titolo Ho scelto il lager
Autore Aldo Lucchini
Collana Filo spinato
Dettagli pp. 72, Ft. 12,2 x 20
ISBN 9788860430724
Ho scelto il lager Memorie di un internato militare italiano
A cura di Mario Avagliano e Marco Palmieri
Le memorie di Aldo Lucchini offrono un prezioso spaccato dell’esperienza dei circa 650 mila ufficiali e soldati che, catturati dai tedeschi, nonostante i ricatti e le minacce subite, rifiutarono in massa il fascismo, la sua guerra e la Repubblica Sociale Italiana, pagando il loro «no» con venti mesi di prigionia e lavoro coatto nei Lager nazisti.
Descrizione
Le memorie di Aldo Lucchini offrono un prezioso spaccato dell’esperienza dei circa 650 mila ufficiali e soldati che, catturati dai tedeschi, nonostante i ricatti e le minacce subite, rifiutarono in massa il fascismo, la sua guerra e la sua nuova forma istituzionale della Repubblica Sociale Italiana. Questi militari pagarono il loro «no» con la deportazione nel Reich e circa venti mesi di prigionia e lavoro coatto nei Lager nazisti, non come prigionieri di guerra ma con la qualifica di Internati Militari Italiani, voluta da Hitler e sconosciuta al diritto internazionale (e quindi non soggetta alle sue tutele). Una vicenda individuale che – per la drammaticità e durezza della detenzione nel sistema concentrazionario nazista, la difficoltà delle scelte compiute e il loro valore di autentica resistenza – ci restituisce una fotografia assai nitida di quel particolare momento storico e del sacrificio di una intera generazione di italiani, affrontato per la rinascita della Patria, dopo il fascismo e la dittatura.
Lucchini Aldo
Aldo Lucchini nacque a Desio (Milano) il 2 gennaio 1914. Richiamato alle armi col grado di sergente nel febbraio del '43, in giugno partì per il fronte, in Grecia. Dopo l’armistizio fu catturato dai tedeschi ad Agia Paraskevì, un sobborgo orientale di Atene, e fu deportato in Germania, dove divenne l’internato militare numero 37824 e fu avviato al lavoro coatto in fabbrica e allo sgombero di macerie. Nei primi mesi del 1945, dopo due tentativi falliti di fuga, riuscì finalmente a lasciare la Germania e a rientrare in Italia, percorrendo seicento chilometri a piedi. Morì il 30 maggio 1975 a Mariano Comense (Milano).